Si porteranno all’attenzione del pubblico delle riflessioni ripartendo dall’opera della “Lisistrata”, in cui i persona femminili per fermare la guerra avevano proposto come soluzione imporre ai compagni l’astensione dal sesso. Specularmente, si vuole porre la domanda volutamente provocatoria “Ti senti tranquilla ad essere una donna in Italia oggi?”. Ti senti tranquilla ad avere rapporti sessuali a rischio gravidanza anche se sai che in caso tu voglia abortire sarà difficilissimo farlo? Ti senti tranquilla a girare per strada sola e vestita come più ti piace, anche se sai che in caso di bisogno nessuno ti difenderà? Sei serena ad andare a convivere con il tuo compagno, anche se sai che chiusa la porta di casa vostra, quello che succede dentro difficilmente verrà attenzionato in caso butti male?. Quindi, in estrema sintesi. Siccome nascere donna non è frutto di una scelta, ti senti tranquilla a vivere in questo paese da donna inconsapevole? L’intervento ha volutamente carattere provocatorio, cerca di spronare le donne a interrompere la catena della discriminazione di genere assumendo un atteggiamento attivo e ostativo, come nella Lisistrata, nei confronti di chi si approfitta della inconsapevole inerzia delle donne per continuare a perpetrare atteggiamenti violenti, svilenti e penalizzanti. Si vuole spronare l’ascoltatore a ri-conoscere i bias e i privilegi che si nascondono dietro un apparente velo di proclamata uguaglianza, individuarli e come minimo prenderne consapevolezza, se non combatterli proprio.