Se mai aveste qualche dubbio sull’importanza di artiste come Fillide Giorgi e Leonetta Pieraccini nel panorama culturale del Novecento italiano la mostra curata da Lucia Mannini e Chiara Toti è il luogo giusto per fugarlo.
Una mostra che fortunatamente si interseca con le giornate dell’Eredità delle donne anche se maturata molto prima nelle intenzioni delle curatrici, come ha spiegato all’inaugurazione Donatella Carmi dell’Ente Cassa di Risparmio.
L’idea iniziale era di accostare Leonetta Pieraccini, i cui dipinti erano stati restaurati da Rossella Lari, a un’altra artista a lei vicina. La scelta di Fillide Giorgi è stata felicissima. Infatti, le vite delle due amiche si muovono su binari paralleli. Condividono la formazione artistica all’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la guida di Giovanni Fattori e l’esperienza di legarsi a due intellettuali molto carismatici: Fillide sposa Arrigo Levasti, filosofo e studioso di mistica, e resta a Firenze, dove entra in contatto con l’ambiente del collezionismo italiano e tedesco; Leonetta sposa Emilio Cecchi, critico e saggista, e si trasferisce a Roma, rimanendo sempre legata a Firenze, alternando la sua carriera artistica con quella letteraria.
Tutte e due entrano in rapporto con la migliore scena culturale fiorentina e romana: l’ambiente antifascista di Pietro Calamandrei, Fillide; l’ambiente letterario di Sibilla Aleramo, Roberto Longhi e Anna Banti, Alberto Moravia e Elsa Morante, Leonetta.
A rappresentare l’opera di Fillide ci sono soprattutto nature morte e vedute fiorentine, in particolare della zona di Viale Milton dove abitava. Il lavoro esposto di Leonetta consiste, invece, di alcuni ritratti di esponenti della cultura letteraria del tempo e alcune scene di intimità familiare, provenienti dal fondo Cecchi del Gabinetto Vieusseux.
Accanto ai dipinti delle due artiste principali, la mostra raccoglie le opere di altre rappresentanti loro contemporanee della scena pittorica fiorentina tra le due guerre: Flavia Arlotta, Elisabeth Chaplin, Vittoria Morelli, Marisa Mori, Elena Salveneschi, Adriana Pincherle e Evelyn Scarampi, con dipinti provenienti dalla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e da collezioni private.
L’esposizione chiude con tre nature morte, lontane dall’acquarellismo di ottocentesca memoria, quando dipingere era una pratica dilettevole che faceva parte dell’educazione della brava moglie.
Donatella Carmi ha voluto lanciare un monito: «la lotta per i diritti delle donne non è finita. Dobbiamo continuare il nostro impegno culturale, perché la parità non è un obiettivo raggiunto». Fillide e Leonetta superano l’immagine di semplici pittrici, la loro storia assume un forte valore intellettuale e politico: si impongono come donne portatrici di valori culturali in un momento in cui la donna era costretta in determinati ruoli. Citando Chaira Toti «questa mostra non è un atto dovuto, è un atto d’amore»
ARTISTE. FIRENZE 1900-1950
Mostra a cura di Lucia Mannini e Chiara Toti
Firenze 22 settembre – 18 novembre 2018
Spazio Mostre Fondazione CR Firenze
Via Bufalini 6
INGRESSO LIBERO
Orari di apertura: dal giovedì alla domenica orario continuato 10/18
La scuola di Linguaggi Fenysia
si trova a Firenze in via de’Pucci, 4