Donne in Farsi: viaggio tra i volti dell’Iran

di Alberto Cavallini per Fenysia Live

“Donne in Farsi: viaggio tra i volti dell’Iran” è il titolo della mostra fotografica presentata alla Crumb Gallery, nuovo centro espositivo diretto da Emanuela Mollica e ha come obiettivo quello di ritrarre un’immagine reale e veritiera dell’Iran attraverso le sue figure femminili. Le fotografie sono state scattate da Rory Cappelli e Lea Cadognato durante un viaggio in Iran fatto nel 2013 in occasione della festività del Nawruz, letteralmente il “nuovo giorno”, una festa capace di durare ben due settimane; due settimane in cui l’atmosfera di allegria e partecipazione si estende a tutto il Paese che si riempie di stoffe colorate, celebrazioni e cibo.

La celebrazione del Nawruz, spiega Rory Cappelli, è l’occasione perfetta per mostrare la vera immagine dell’Iran, troppo spesso vista attraverso le lenti dell’occidente o tramite il punto di vista degli iraniani che hanno lasciato il loro Paese. Si tratterebbe dunque di una Nazione non priva di contraddizioni ma comunque ricca di sfumature e contrasti che raramente vengono presi in considerazione dai mass media. Le foto raccontano dunque un Paese ricco di storia e allo stesso tempo in evoluzione, come testimoniato dalla recente vicenda di Sahar Khodayari, datasi fuoco per protesta dopo essere stata allontanata dallo stadio dove giocava la sua squadra del cuore, l’Esteghlal. In seguito alla morte della giovane infatti, il governo ha deciso, anche su pressione della FIFA, di avallare una svolta storica, ovvero di cancellare il divieto per le donne di assistere alle partite della nazionale di calcio iraniana. Tutto ciò avviene a quaranta anni dalla rivoluzione islamica capeggiata dall’ayatollah Khomeyni, che sancì l’impossibilità per le donne di entrare negli stadi per evitare contatti con uomini con fossero loro parenti.

Pur all’interno di un contesto così complicato dunque oggi l’Iran è un Paese con un’alfabetizzazione sopra l’80% e che vede le donne superare gli uomini; in tal senso anche la percentuale delle ragazze che accede agli studi universitari sarebbe intorno al 65%, e quindi nettamente superiore a quella dei colleghi maschi.

La condizione femminile in Iran deve essere pertanto interpretata anche alla luce di queste considerazioni che muovono dal presupposto secondo il quale essa stessa, pur rimanendo complicata e ricca di contraddizioni, sarebbe molto cambiata negli ultimi quarant’anni, ovvero dal 1979 ad oggi. E’ questo pertanto lo sfondo all’interno del quale si muove la mostra “Donne in farsi: viaggio tra i volti dell’Iran”, attraverso numerose foto scattate tra Persepolis, Teheran, Mashdad e in altre importanti città iraniane al fine di raccontare un Paese con i volti dei suoi abitanti, in particolare delle donne, e non tramite il solito punto di vista esterno.

 

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