Le ossessioni della Granduchessa. Lettere inedite di Bianca Cappello dall’Archivio della Fondazione Horne

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Tra i documenti d’archivio acquistati da Herbert Horne e attualmente conservati presso la Fondazione Horne ci sono due preziosi copialettere di Bianca Cappello, moglie del granduca Francesco I de’ Medici, che abbracciano gli anni 1586-1587, giungendo a pochi giorni prima della sua morte e di Francesco. Si tratta di carte di estrema importanza, essendo l’unica testimonianza pervenutaci dei suoi scritti, peraltro del tutto inedite.

Nelle lettere – oltre ad alcune brevi notizie sulla febbre prima occorsa al granduca e in seguito anche a lei e che avrebbe portato ambedue rapidamente alla morte – emerge evidente il suo desiderio ossessivo di poter dare un legittimo erede al trono di Toscana, in particolare dopo la morte dell’infante Filippo, unico figlio di Francesco de’ Medici e della sua prima moglie Giovanna d’Austria.

Ferma nella negazione della propria evidente sterilità, Bianca si era rivolta ai più noti cerusici del tempo (tra i quali l’aretino Andrea Cesalpino e il veneziano Giulio Basadonna) per poi fare sempre più frequente ricorso alla magia, circondandosi di fattucchiere d’ogni genere, di cui una uccisa a pugnalate da Francesco dopo i ripetuti insuccessi. Nonostante questo, fino agli ultimi giorni di vita, Bianca continuerà a mentire agli altri e a se stessa, annunciando (e poi necessariamente smentendo) gravidanze frutto della propria fantasia o di una ben precisa volontà di inganno e mistificazione.

Nelle carte del copialettere è, infatti, un alternarsi continuo di ammissioni e negazioni, di speranze e timori comunicate ai propri familiari così come a personaggi illustri. Se in una lettera a un prelato del 3 ottobre 1586 Bianca asserisce ad esempio che “la gravidanza nostra è vera”, lo stesso giorno confida al fratello di essere “più che mai in dubbio dell’esito di questa mia indisposizione”, per tornare poi alla fine del mese a comunicare al cardinale Ferdinando de’ Medici (suo acerrimo nemico) che “il corpo va crescendo”…

Così, dalle continue contraddizioni, emerge il profilo di una donna sulla quale ugualmente contraddittorio è il giudizio degli storici, se abile manipolatrice o vittima di una reale e sofferta ossessione, comunque assoluta protagonista di uno dei periodi culturalmente più ricchi della corte fiorentina.

Tre visite guidate esclusive per riscoprire l’importanza del copialettere di Bianca Cappello (nel quale è peraltro presente una corrispondenza con Torquato Tasso e con Francesco Bembo) e sulla figura storica del personaggio. A seguire una serie di brani scelti dal copialettere letti da una voce narrante e incentrati appunto sul tema delle presunte gravidanze. In via del tutto eccezionale sarà possibile visitare la biblioteca della Fondazione (normalmente chiusa al pubblico) dove, oltre al copialettere, si conservano codici miniati, cinquecentine e altri preziosi volumi della collezione di Herbert Horne.

Museo Horne

Museo Horne, Via dei Benci, Firenze, FI, Italia

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