Le donne di Villa La Quiete    

di Carmelo Argentieri per Fenysia Live

Perché le donne finivano in convento? Era l’unico accesso all’emancipazione culturale? L’unica alternativa al matrimonio o alla strada? L’unico rifugio per una vedova? Domande che sotto traccia, come un rumore di fondo, accompagnano la visita a Villa La Quiete, luogo manifesto della storia, dell’educazione e della spiritualità femminile a Firenze.

Donne sono state per tre secoli e mezzo le sue abitatrici, le Minime Ancille della SS. Trinità, la congregazione fondata da Eleonora Raminez di Montalvo negli anni ’40 del Seicento; ce ne sono ancora sette in convento, superstiti di una comunità ormai in estinzione. Donne della famiglia Medici sono state le sue principali benefattrici, dopo la morte della Montalvo, acquisendone il patronato, imprimendovi il loro gusto ed eleggendola a residenza per lunghi periodi dell’anno: Vittoria della Rovere, vedova di Ferdinando II, nella seconda metà del Seicento, e sua nipote Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina, vedova di Giovanni Guglielmo del Palatinato-Neuburg, nella prima metà del Settecento. Donne di fede, ferventi mistiche con la vocazione pedagogica, nel caso della Montalvo; educande delle migliori casate fiorentine che vi andavano a studiare; vedove illustri e devote ma anche raffinatissime collezioniste d’arte come Anna Maria Luisa de’ Medici, dotate di un’intelligenza museologica modernissima (all’Elettrice Palatina si deve il “Patto di Famiglia”, stipulato con il Granduca Francesco Stefano di Lorena nel 1737, che ha vincolato tutto il patrimonio mediceo alla città di Firenze, impedendone il trasferimento in Austria).

La Villa sorge alle pendici del Monte Morello, nella Contrada di Quarto, nel tipico paesaggio collinare fiorentino. Il nome le deriva dall’affresco allegorico “La Quiete che pacifica i venti” – attualmente in restauro – che Cristina di Lorena (un’altra donna!) fece dipingere nel 1633, nell’ambiente ricavato con la chiusura della loggia del primo piano, subito dopo averla acquistata.

Tra le dimore extraurbane dei Medici, dinastia poco incline a suggestioni claustrali, La Quiete ha avuto una vicenda davvero unica. Forse proprio in virtù di quest’asse femminile del mecenatismo familiare. Senza andare troppo indietro nel tempo – il primo nucleo del complesso è documentato nel catasto fiorentino del 1427 – si può far cominciare la storia della Quiete quando la nobildonna Eleonora Raminez di Montalvo, fondatrice dell’ordine delle Ancille della SS. Trinità, poi dette Montalve, in cerca di un “eremo” acquista l’immobile nel 1650, per ritirarsi a fare vita contemplativa con le sue consorelle. Da allora subisce diversi ampliamenti e trasformazioni d’uso. Vittoria della Rovere vi fa costruire accanto una chiesa, con un coro basso e un matroneo per permettere alle monache di seguire le funzioni e fare la comunione senza essere viste. Anna Maria Luisa de’ Medici commissiona una serie di interventi architettonici e artistici che consentiranno di inserire a pieno titolo La Quiete nel sistema delle ville suburbane medicee, con la riproposizione del modello del giardino all’italiana di Villa di Castello. Infine, nell’Ottocento, ulteriori addizioni serviranno ad adeguare La Quiete all’esigenza di accogliere anche l’altra congregazione fondata dalla Montalvo, le Minime Ancille della Divina Incarnazione, in arrivo dal convento soppresso di San Jacopo a Ripoli, in Via della Scala.

Nonostante gli ingrandimenti e le trasformazioni, il complesso monumentale della Quiete ha mantenuto il suo assetto originario, divenendo, come si dice in questi casi, il “museo di se stesso”; ossia un luogo così strettamente connesso al contesto in cui sorge e ai beni che ne formano la collezione, da potersi considerare un “museo documento”. Si pensi alla Spezieria che ancora conserva l’odore aspro dell’etere, o alla presenza di un telefono, tuttora visibile, risalente all’anno 1900. Ma, a parte l’indubbio valore documentario e storico, La Quiete è anche un luogo di bellezza. La sua collezione di Pale d’altare provenienti dal convento di San Jacopo a Ripoli è straordinaria, con i dipinti cinquecenteschi di Ridolfo del Ghirlandaio che dominano, con i loro fiammeggianti contrasti di verdi e rossi, la sala del refettorio in cui sono esposti. Le due stanze di Anna Maria Luisa de’ Medici, nell’ala del noviziato, successivamente divenute il parlatorio delle monache, sono completamente affrescate da Benedetto Fortini – pittore esperto di prospettive illusionistiche – con “capricci architettonici” nella stanza del “giardino onirico”, e vedute delle Ville medicee di Castello, Pratolino, Poggio Imperiale, Poggio a Caiano, nell’altra. Un gioiello dell’arte barocca, per vivacità di decorazioni floreali, animali fantastici e quadrature architettoniche. Infine, fiore all’occhiello delle trasformazioni volute dall’Elettrice Palatina, è la riedizione in chiave sacra del giardino all’italiana, con sculture a soggetto devozionale lungo il muro di cinta. Luogo di delizie nelle altre ville di famiglia, diventa qui paesaggio per la meditazione religiosa.

La Quiete è anche un luogo di vita. Di proprietà della Regione Toscana, il percorso museale è dato in concessione al Sistema Museale dell’Ateneo nell’ambito di un più vasto progetto di valorizzazione che include anche l’alta formazione accademica, in continuità con la sua più antica e durevole destinazione educativa.

Se proprio deve essere “quieto” e lontano dalle seduzioni del mondo, questo predestinato ritiro per monache, educande, granduchesse e principesse vedove – si sarà detta Anna Maria Luisa de’ Medici trasferendosi con la sua corte di 16 Dame e Sottodame nel 1723 – che almeno sia magnifico!

 

 

LE DONNE DI VILLA LA QUIETE
In collaborazione con la Regione Toscana e il Sistema Museale di Atene

sabato 22 SETTEMBRE

LE VISITE GUIDATE

ore 17,00 “Le donne di Villa La Quiete: Anna Maria Luisa de’ Medici (Elettrice Palatina)”

Visita guidata con Stefano Casciu, Maria Maddalena Grossi

 

ore 18,00 “ Le donne di Villa La Quiete: Vittoria della Rovere”

Visita guidata con Cristiano Giacometti

 

domenica 23 settembre

 

  • ore 17,00 “Le donne di Villa La Quiete: Cristina di Lorena”

Visita guidata con Donatella Pegazzano

  • ore 18,00 “Le donne di Villa La Quiete: Eleonora Raminez di Montalvo”

Visita guidata con Isabella Gagliardi.

 

 

Per partecipare

 

La scuola di Linguaggi Fenysia
si trova a Firenze  in via de’Pucci, 4