Le nuove Eroidi: otto autrici italiane riscrivono Ovidio

di Alessandro Mecarocci per Fenysia Live

Le otto autrici italiane del libro “Le nuove Eroidi”, appena pubblicato da Harper Collins, si sono alternate sul palco del Teatro della Pergola in occasione dell’Eredità delle Donne per un reading tratto dal volume che le vede riunite. Le già affermate scrittrici italiane che firmano il libro raccolgono il testimone lasciato più di duemila anni fa da Ovidio quando scrisse le Eroidi, epistolario avente per protagoniste le eroine dei miti classici a cui fa riferimento il titolo. Tra passato e presente, il mito emerge ancora come modello interpretativo della realtà sociale in cui siamo immersi tutti i giorni: il merito del libro è appunto quello di reinterpretare e attualizzare i miti dal punto di vista femminile, senza per questo far storcere il naso ai classicisti.

Mentre gli uomini forniscono quasi sempre lo spunto per ogni vicenda salvo poi rimanere in secondo piano, sono le donne, le loro fragilità e la loro forza il vero cuore pulsante di ogni brano.
Accade così che Antonella Lattanzi ci racconti della colpa della moderna Fedra che guarda il marito Teseo, reo confesso dell’omicidio del figlio innocente Ippolito, interrogato in tribunale dal pm e che Valeria Parrella legga di Didone ferita dal dissoluto Enea (oggi alle prese col vizio del bere) tanto da fantasticare sulla sua morte in un altro naufragio dopo quello che lo aveva condotto da lei. Ilaria Bernardini firma la storia di Ero e Leandro nella realtà più che mai attuale dei migranti sui barconi nel Mediterraneo in fuga dal loro paese: un doloroso viaggio che vede la protagonista testimone dell’affogamento dell’amato in una drammatica e lancinante attualizzazione del celebre mito.

La Leodamia raccontata da Veronica Raimo non giace più con la statua di bronzo dell’amato deceduto ma contempla le foto dell’amante nudo nelle loro chat private. Mentre Teresa Ciabatti ambienta la vicenda di Medea nella Maremma dei giorni nostri, Caterina Bonvicini scrive di Penelope ispirandosi a una vicenda realmente accaduta e oggi è la fedele sposa di Ulisse ad abbandonare il marito per imbarcarsi su una nave di una Ong in missione e girare il mondo in qualità di cuoca di bordo.

Ma non tutti i miti contenuti nel libro sono traslati nella nostra contemporaneità, come per esempio la Deianira sposa di Ercole descritta da Chiara Valerio e la bellissima Elena contesa tra Paride e Menelao che ci descrive Michela Murgia: ad essere descritti sono qui i pensieri e i dubbi che affollano la mente della figlia della regina di Sparta mentre contempla il suo Paride (oggi non più affascinante principe ma uomo mediocre e ordinario) dormire la sera prima della battaglia decisiva. In questo monologo disilluso la prospettiva mitologica cede il passo alla psicologia del personaggio e dà voce a Elena in quanto donna, bella come una Dea e archetipo di perfezione, ma pur sempre una donna che prima ancora di voler essere ammirata e apprezzata, vorrebbe solamente essere capita.

 

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