Franca Valeri è un prisma con tante facce. Contiene una moltitudine di vite e talenti: il teatro, il cinema, la televisione, la scrittura, la musica lirica. L’Eredità delle donne festeggia i suoi 98 anni, compiuti lo scorso 28 luglio, al Cinema della Compagnia.
Ad accoglierla con un calore commovente un pubblico di uomini e donne di tutte le età. Cospicua la rappresentanza della comunità fiorentina LGBT, perché Franca è anche una delle più resistenti e amate icone gay del Novecento.
A conversare con lei Serena Dandini, che le fa subito notare l’amore del suo pubblico, in piedi ad applaudirla, subito dopo la sua sorprendente apparizione da dietro un separé.
«Sono molto grata, ma lo sapevo di essere amata», afferma sorridendo Franca.
Interpellata a proposito del libro Bugiarda no, ma reticente, pubblicato nel 2010 quando aveva appena novant’anni, un’autobiografia ricca di riflessioni sulla sua infanzia e i suoi affetti, Franca Valeri parla di “misura”. Una parola di cui si sente tanto il bisogno in questi tempi di smisurati sbrodolamenti sui social media: «bisogna stare attenti alla misura di quello che si dice. La misura è il segreto dei grandi autori».
Immancabili le domande sul genere: quanto è importante per una donna avere un cervello?
«Penso sia importante che le giovani siano coscienti di se stesse. Essere coscienti di sé non è una militanza è un sentimento».
La Dandini le domanda se ha dovuto lottare per imporsi come coautrice di sceneggiature di film in cui ha lavorato. Il segno di Venere, per esempio, che il pubblico vedrà di qui a poco.
«Non ho mai avuto problemi, è una cosa che ho sempre desiderato e l’ho fatta. Ho scoperto subito che la collaborazione di una ragazza alla sceneggiatura, piaceva agli autori». Si sta parlando di autori del calibro di Ennio Flaiano, Cesare Zavattini, Dino Risi.
È vero che sta scrivendo un libro dal titolo Il secolo della noia? Le chiede stuzzicandola, la Dandini: «Per me tutto quello che ci è messo a disposizione per avere una vita comoda è noioso. Ci sono due cose che mi annoiano infinitamente: la lavatrice e la televisione».
Il pubblico applaude ad ogni battuta di Franca. L’affetto è palpabile. Sembra di essere veramente invitati a un compleanno. Qualcuno si chiede se ci sarà la torta.
A sorpresa, al momento dei saluti, il sindaco Dario Nardella sale sul palcoscenico con la fascia tricolore («perché si è scomodato a venire?», chiede Franca sorniona). Le consegna le chiavi della città, un’onorificenza simbolica che la Valeri accetta con genuina allegria: «sono le chiavi che mi permetteranno di aprire uno dei forzieri più famosi del mondo». Perché per Franca la vecchiaia è solo un numero e «i numeri non hanno mai avuto un potere su di me; qualcosa mi aspetto sempre dalla vita».
Buon compleanno Franca!
Cinema La Compagnia
e proiezione del film Il segno di Venere di Dino Risi.
La scuola di Linguaggi Fenysia
si trova a Firenze in via de’Pucci, 4