Accolta con sincero e sentito affetto da parte del pubblico presente Nina Verdelli, laureata in filosofia con specializzazione post-laurea a New York e firma di Glamour e Vanity Fair, oggi alla Libreria Feltrinelli di Firenze ha presentato il suo libro “Breve storia triste (del mondo)” per il festival L’Eredità delle Donne, con l’ironia e la leggerezza che la contraddistingue, insieme al suo compagno di vita l’attore Alessio Boni, che ha letto alcuni brani del libro.
Ad intervistare Nina Verdelli il giornalista del Corriere Fiorentino Giorgio Bernardini, che le ha chiesto il suo parere sul femminismo e sul movimento Me Too, cosa significa per lei fare giornalismo, quale intervista di quelle che ha fatto le è piaciuta di più e se quando scrive un libro ha già in mente un lettore a cui rivolgersi.
Nina Verdelli ritiene che tra donne bisogna fare squadra, perché l’invidia e il rancore non possono aiutare. Non bisogna pensare che il femminismo sia solo aggressività femminile. Lei stessa si ritiene femminista, intendendo la parità di genere come rispetto della dignità della figura femminile e il ruolo che la donna occupa nel mondo del lavoro oltre che in società. L’intervista, invece, che ritiene tra le più importanti è stata quella rivolta al primo sindaco transessuale italiano che le raccontò nel dettaglio la difficoltà nelle scelte personali e la lentezza con la quale le ha operate.
Rispetto al movimento Me Too risponde Alessio Boni che ben ha percepito l’importanza dello sfogo, poi denuncia da parte delle sue attrici colleghe. Per lui che queste donne abbiano deciso di ribellarsi a distanza di anni non sminuisce la loro azione, è altrettanto dignitosa ed educativa per le generazioni successive ed inoltre dovrebbe anche aiutare a comprendere se si è scelte perché brave o carine o altro.
Alessio Boni ha intervallato con la sua voce l’intervista scegliendo per la lettura tra i brani quelli più deliziosi e simpatici del libro Breve storia triste (del mondo)
Il libro è un prodotto per tutti. Divertente.
Nina Verdelli ha trasferito in un gioco ironico i contenuti dalla rete- on line- sulla carta-off line- seguendo le abitudini in particolare dei cantanti, dei miti, che ha conosciuto per lavoro. Per lei fare la giornalista è uno dei lavori più belli del mondo con tutte le sue difficoltà anche economiche e a causa della costante ricerca che ti impone perché devi impegnarti nello studio anche per una materia come il costume e società che affronta e che come sappiamo si evolvono in continuazione.
Tra i capitoli del romanzo le è particolarmente piaciuto scrivere le pagine dedicate ai film, e descrivere quadretti di vita quotidiana: le delusioni d’amore i pettegolezzi, e la storia.
Nina Verdelli quando scrive non immagina un lettore specifico immagina che tutti possano essere i suoi lettori e a priore pensa di poter abbracciare e divertire tutti col sorriso che l’accompagna.
La scuola di Linguaggi Fenysia
si trova a Firenze in via de’ Pucci, 4