Contingency

I dislocamenti – per il clima e la desertificazione, per i conflitti e le guerre, per le dispute sui confini, per l’accaparramento delle risorse – provocano un andare per il mondo che non ha niente di gioioso, che non ha nulla della scoperta, che non somiglia neanche un po’ alla ricerca di avventura di quella parte di pianeta che siamo abituati a considerare il tutto. Ma che è invece un’immane e inimmaginabile tragedia. È nei volti dei bambini – che dovrebbero essere il futuro, la speranza, la gioia di vivere – che si specchia quella tragedia. Li guardiamo per un attimo, ritratti nelle pagine dei giornali, per poi dimenticarli subito dopo. “Contingency” è la mostra che si inaugura il 30 settembre e che espone una serie di olii su tela, una teoria di piccoli ritratti, dell’artista americana Regan Weath. Il titolo – sottolinea Rory Cappelli nel testo in catalogo pubblicato per l’occasione (Collana Nolines) – vuole richiamare quel senso di perdita ineluttabile che avvolge e assale l’essere umano quando a scomparire dal radar delle storie e della Storia sono i bambini: bambini siriani trucidati da una guerra terribile, bambini messicani incastrati in confini che li hanno inghiottiti senza lasciarne traccia, bambini africani travolti in conflitti etnici o costretti a fuggire perché la loro terra è diventata un immenso deserto, bambini palestinesi persi in campi senza più ulivi. Bambini il cui futuro dipende da situazioni contingenti, da circostanze esterne, vittime, tutti, delle guerre di altri. Occhi, volti, mani, pennellate dense di colore e di dolore che parlano e spiegano più di quanto potrebbe mai fare nessuna cronaca.

Informazioni

Evento organizzato da: Crumb Gallery
Informazioni per il pubblico: I giorni 22, 23, 24 ottobre apertura dalle 16 alle 20. Altri giorni su appuntamento, telefonare al numero 3473681894
Ingresso:

Gratuito

Destinatari: Per tutti